Il termometro dell’economia al tempo del covid 19: l’attività creditizia

L’errore più comune è quello di valutare l’andamento di un dato sistema economico, che sia la singola impresa o un’intera nazione, unicamente attraverso le variazioni dei flussi e indici che generalmente vengono presi a riferimento. Ciò è tanto più vero qualora la valutazione economica venga svolta attraverso l’analisi quantitativa dei volumi del credito erogato dalle Banche alle imprese.

Il finanziamento degli Istituti di Credito alle realtà produttive deve al contrario scontare un’analisi della qualità del credito, che per il nostro Paese evidenzia una situazione frammentata. La grande recessione degli anni 2009-2013 ha infatti comportato in Italia un progressivo incremento, in termini sia assoluti che percentuali, dell’ammontare dei crediti deteriorati, che nel 2015 sfiorava i 350 miliardi di euro! Il quadriennio successivo, grazie anche alla semplificazione delle cartolarizzazioni operata con il decreto legge n. 50/2017, ha permesso il dimezzamento dei volumi di tali preoccupanti esposizioni non performanti.

Ricostruito lo scenario fino a tutto il 2019, è possibile formulare le prime valutazioni sugli effetti diretti e indiretti dell’attuale pandemia di Coronavirus. Gli analisti confermano la diversificazione del panorama nazionale, evidenziando che la differente incidenza sui vari Istituti di Credito del generale rallentamento dell’economia dipenderà sostanzialmente dalla relativa esposizione nei settori e nelle aree geografiche più colpite dall’emergenza sanitaria. Se ciò poteva essere sostanzialmente immaginabile, la previsione più allarmante riguarda la particolare e più penetrante incidenza dell’incombente crisi economica sulle Banche italiane rispetto a quelle straniere.

Le ragioni risiedono da un lato nella “piccola e media taglia” di molte Casse di Risparmio e di Credito Cooperativo – più vicine alle realtà produttive del territorio ma prive delle risorse straordinarie che possono essere messe in campo dai top player – e dall’altro nell’alto tasso, rispetto al totale dei prestiti, di asset problematici.
La sfida è aperta e di sicuro l’occasione, tragica e non certo voluta, è propizia per le auspicate operazioni di pulizia e consolidamento dei bilanci di molte Banche, al fine di ridurre considerevolmente il rapporto tra il totale dei crediti deteriorati e l’intero stock di quelli erogati.

Massimiliano Bacillieri, avvocato.
Founding partner di Bacillieri & Giordani Studio Legale